venerdì scorso
Nella sede del Comitato paritetico territoriale di via dei Fiorentini, a Roma, si è svolta la commemorazione dei 186 caduti in seguito a un attacco dell’aviazione angloamericana
di Sabrina Mechella
«La guerra è sempre sbagliata, non ci sono vincitori, ma sopravvissuti. Non ci può essere benessere se c’è la guerra. Noi ora siamo qui che ricordiamo situazioni orribili che non comprendiamo fino in fondo, perché è come quando studi storia: leggi di guerre e morti e violenze, ma non avendole vissute ci appaiono lontane. È come in un sogno dove cerci di raggiungere qualcosa che si allontana a ogni passo. Ecco, oggi siamo come in un sogno perché per quanto cerchiamo di capire e di comprendere non possiamo perché non lo abbiamo vissuto. La memoria deve essere ogni giorno, perché quello che è successo non accada mai più».
Un momento molto toccante quando i ragazzi della 3° media della scuola Anna Celli di Roma hanno letto i loro pensieri sulla guerra: venerdì 3 marzo, nella sede del Comitato paritetico territoriale di via dei Fiorentini, si è svolta la commemorazione in memoria dei 186 caduti in seguito a un bombardamento dell’aviazione angloamericana. Proprio 73 anni fa, alle 11 di mattina, una bomba di oltre 200 chili colpì l’ingresso del ricovero antiaereo dove si erano rifugiati operai, impiegati e dirigenti della fabbrica Fiorentini, sulla via Tiburtina a Roma, che produceva escavatori. Oggi si definirebbe un “raid aereo su un obiettivo sensibile”, infatti il colpo andò a segno con precisione millimetrica e in quell’istante tutti coloro che si trovavano all’interno morirono bruciati vivi o seppelliti dalle macerie.
Al centro della foto, da sinistra: Paolo Cuccello, Rolando Proietti Tozzi, Stefania Grosso, Claudio Perazzini e Fabio Mechella |
Il ricordo è ancora vivo nei parenti delle vittime presenti per l'occasione: le lacrime scendono pensando a un marito che non è più tornato, a una sorella, un fratello. Un evento tragico segnato da strane premonizioni: alcuni testimoni raccontano che quel giorno i congiunti delle vittime li avevano pregati di non andare, ma era giorno di paga e purtroppo al momento del bombardamento erano tutti lì in fabbrica.
Una strage dimenticata per molto tempo, così come quella lapide in marmo che riporta i nomi di tutte le vittime, per anni rilegata sotto una coltre di polvere in un angolo del fabbricato una volta nuova sede della fabbrica Fiorentini e oggi istituto del Cefme che organizza corsi di formazione per il settore edile. Ed è stato proprio grazie a Paolo Cuccello, dirigente dell’area sicurezza dell’organismo, che la lapide ha trovato visibilità. Venerdì scorso a ricordare le vittime del tremendo bombardamento, oltre ai ragazzi delle scuole accompagnati dalla dirigente Stefania Grosso e dalle insegnanti, c’erano i parenti delle vittime con il loro rappresentante, Fabio Mechella, e gli esponenti delle istituzioni: Claudio Perazzini e Rolando Proietti Tozzi, rispettivamente assessore alla Cultura e assessore alle Politiche Sociali del IV municipio del Comune di Roma.
«Oggi siamo qui, noi parenti delle vittime, a trasferire a voi giovani il ricordo della brutalità della guerra – ha affermato Mechella rivolto agli studenti – spero che voi apprezziate questo incontro e ne facciate tesoro, perché qui presenti ci sono i testimoni che hanno vissuto in prima persona quegli eventi terribili». «La guerra non è mai inevitabile – ha aggiunto Perazzini – umanità vuol dire dialogo, guai alle idee di confine, agli steccati che dividono. Io sono stato fortunato perché non ho vissuto la guerra così come lo siete voi, che dovete fare di tutto per evitare che accada di nuovo». Al termine degli interventi l’assessore Proietti Tozzi ha presenziato al tributo alle vittime, con l’apposizione di una corona di alloro sulla lapide accompagnata dalle note del Silenzio suonato da un vigile urbano.
Per ulteriori info sulla strage della fabbrica Fiorentini: http://www.bunkerdiroma.it/industrie.html.
Domenica 5 marzo 2017