Viterbo | lo chiedono gli animalisti
In una delibera del luglio di tre anni fa la giunta Michelini dava via libera al progetto, elencando vantaggi di tipo economico, ambientale ed etologico. Inviato alla Regione Lazio per essere approvato, a oggi non se ne ha più notizia
“Che fine ha fatto il progetto del Parco Canile approvato dal Comune di Viterbo nel 2013?”. È la domanda che pone all’amministrazione comunale di Viterbo Cristiano Zappi, presidente dell’associazione animalista Mifido Difido, cui si associa l’associazione Musi Sereni Onlus. Il 10 luglio 2013, infatti, la giunta Michelini approvò all’unanimità con delibera comunale numero 268 la realizzazione di un Parco Canile in località Novepani (Bagnaia), in pratica dove si trova quello già esistente gestito dall’associazione AnimaliAmici con la supervisione della storica volontaria della struttura, Elvia Viglino. La delibera fu inviata alla Regione Lazio sette giorni dopo per essere approvata: “Questa amministrazione è divenuta proprietaria dell’intera area, per cui ora è nella possibilità di programmare una più corretta gestione della struttura.
Al riguardo – si leggeva nell’atto – l’amministrazione ha acquisito con parere favorevole dalla locale Ausl Servizio Veterinario che suggerisce la trasformazione della struttura in un “parco canile”, sia per le notevoli possibilità che offre il terreno, sia per il considerevole risparmio economico che tale soluzione comporterebbe”. Nel documento inviato alla Regione era allegata la relazione a firma dell’allora responsabile unità operativa Igiene Urbana Veterinaria, dottor Giuseppe Clò (scomparso nel 2014) e si evidenziavano i molteplici vantaggi derivati da questo particolare tipo di struttura: “La Regione Lazio impone regole che non rispetterebbero le esigenze etologiche dei cani. L’intera pavimentazione dei box in cemento provoca negli animali, a lungo andare, problemi alle articolazioni, alle ossa, alle giunture. Su terra battuta, invece, le urine sarebbero subito mineralizzate nel terreno e le feci sarebbero raccolte ogni giorno.
Oggi – scriveva Clò – i canili sono veri e propri lager e le persone non sono incentivate a scegliere il proprio compagno di vita. Dei box più grandi inseriti in un vero e proprio parco con percorsi pedonali, aree di sosta e alberi incoraggerebbero la frequentazione degli utenti e quindi le adozioni”. Clò, nella dettagliata relazione, non trascurava il fattore economico: “Ricorrendo al parco canile si avrebbe un notevole risparmio sul quantitativo di cemento in meno, sulle spese di acqua per il lavaggio, sulle pulizie in generale e si avrebbe un aumento delle adozioni”. Il documento elencava nel dettaglio come realizzare la struttura, punto per punto: “Canile sanitario, Box recinti grandi, infermeria- ambulatorio, locale deposito mangimi, locale amministrativo ufficio, locali spogliatoio bagno e anche alcuni spazi da adibire a pensione per autofinanziare in parte l’attività della struttura.
“Il canile di Bagnaia – spiega Zappi – è inserito in un contesto paesaggistico ideale, con bosco e castagneti. Come affermava Clò, infatti, realizzando nella struttura già esistente alcune migliorie e ripristinando alcuni spazi si otterrebbe un grande risultato con un minimo esborso economico da parte della collettività realizzando un ambiente etologicamente, economicamente e ambientalmente molto valido. Attualmente nel canile di Bagnaia ci sono diversi box vuoti in cui potrebbero essere trasferiti cani che adesso si trovano nei canili privati pagati dal Comune di Viterbo. In una logica futura si potrebbero accogliere animali recuperati su altri Comuni, pagati dagli stessi con vantaggio economico per l’amministrazione.
Insomma – conclude Zappi - questo progetto così valido approvato all’unanimità dalla giunta Michelini giace in un cassetto e non sappiamo quale sia stata la risposta della Regione Lazio in questo senso. Per questo chiediamo con forza che venga attuato al più presto, per il benessere animale e per il risparmio economico dei cittadini viterbesi”.
Lunedì 25 luglio 2016