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Da giornalista ad agricoltore: la scelta di Marco

Collaboratore dell’edizione viterbese de Il Messaggero, ha deciso di intraprendere questa strada, complice l’amore. Lo racconta nell’intervista di Antonella Oliva, pubblicata sul blog Medhiartis.com, che riportiamo di seguito

di Sabrina Mechella

Antonella Oliva, autrice dell'intervista
Antonella Oliva, autrice dell'intervista

Da giornalista a contadino 2.0. Sono sempre di più i giovani che riscoprono il valore della terra, che nella Tuscia ha radici antichissime, complice anche la crisi occupazionale che colpisce anche i laureati con lode. Una scelta che comporta un cambio di rotta coraggioso, ma viene affrontata dalle nuove generazioni con grinta e preparazione, utilizzando la formazione acquisita e sfruttando i nuovi mezzi di comunicazione. È il caso di Marco Giulianelli, giornalista collaboratore dell’edizione viterbese de Il Messaggero, che ha deciso di intraprendere questa strada, complice l’amore. Lo racconta nell’intervista di Antonella Oliva, pubblicata sul blog Medhiartis.com, che riportiamo di seguito.

Da giornalista ad agricoltore. Un cambiamento coraggioso e, probabilmente, inaspettato. Puoi raccontarci la tua esperienza?

“Se dovessi dare il nome a questa esperienza, la chiamerei Laura. È il nome della mia compagna che ad agosto sarà mia moglie. L’azienda è della sua famiglia e un bel giorno ci siamo trovati di fronte a un bivio: chiudere (causa pensione) e mandare in malora tutto quello che suo nonno, in anni e anni di fatiche, aveva costruito; oppure rilevarla e portarla avanti noi. Abbiamo scelto questa seconda opzione e siamo partiti. Io ho fatto sempre il giornalista, ma sin da bambino la campagna e l’agricoltura mi hanno appassionato. Passione che coltivavo insieme a mio padre, anche se come semplice hobby, che ho avuto la fortuna di trasformare in lavoro.

Marco Giulianelli con la futura moglie Laura: agricoltori per passione
Marco Giulianelli con la futura moglie Laura: agricoltori per passione

Ti consideri un agricoltore vecchio stampo oppure sei un affiliato dell’irrefrenabile ondata del 2.0?

“L’azienda che abbiamo è sicuramente vecchio stampo, ma il nostro obiettivo è quello di renderla presto 2.0. Sia sul piano delle lavorazioni con le adozioni di nuove tecnologie; ma soprattutto sul piano comunicativo. Il “vecchio stampo” non è più sostenibile. Ho sempre affermato che il futuro dell’agricoltura italiana e delle sue aziende sia quello svolgere in house tutta la filiera del prodotto: dalla produzione alla commercializzazione e, proprio in questa ottica, voglio fare tesoro dei miei studi universitari e le esperienze lavorative fatte in ambito comunicativo”.

Pensi sia più stimolante, con il senno di poi, la tastiera del computer o la macchina agricola? “La mia decisione mi impone di dire la seconda! Scherzo naturalmente. Il lavoro giornalistico rimane sempre una mia passione che continuo a svolgere, collaborando con il giornale per cui ho sempre scritto. Però, stare a contatto con la natura, gli animali e, soprattutto, lavorare con i macchinari agricoli non ha paragoni. Quando ero piccolo dicevo sempre: “Ma non potevo nascere figlio di un agricoltore, invece che di un insegnate?” Alla fine è come se questo desiderio si fosse avverato e non posso che esserne contento”.

Qual è il consiglio che daresti a tutti i giovani imprenditori agricoli, i cosiddetti contadini del futuro, che si stanno affacciando a questo nuovo mercato? In molti stanno riscoprendo l’agricoltura e due sono i motivi: passione e, soprattutto, necessità dovuta alla carenza di lavoro che c’è nel nostro Paese. Quello che posso consigliare loro è di dedicarcisi anima e corpo, ma solo se hanno realmente passione. Non è un lavoro per tutti, come molti pensano, perché ci vuole una dote particolare, che non tutti hanno: la propensione a fare grossi sacrifici. A maggior ragione, se si opta, come è il nostro caso, per gli allevamenti. Gli animali ti regalano tante soddisfazioni, ma hanno bisogno di molte attenzioni.
Giorni festivi compresi.

Se dovessi descrivere questa nuova avventura con un #hashtag quale utilizzeresti? Un banale, ma sempre valido: #SoloCoseBuone

Mercoledì 16 marzo 2016