Viterbo | tribunale di viterbo
Stamattina la testimonianza di Loredana Pronio, presidente dell'associazione Federfida, che nel marzo 2012 presentò la denuncia in Procura. Processo rinviato al 14 settembre
L’accusa: cuccioli affogati dopo la nascita in un canile privato di Viterbo, oggi nuova udienza in Tribunale del processo che vede imputati Anna Maria Fontana e Carmelo Cassone, del canile privato Fontana di Viterbo, per uccisione, maltrattamento e sevizie su animali (art. 544 bis, ter e quater del codice penale). La vicenda ha inizio nel marzo 2012, quando Loredana Pronio e Stefania Pierleoni, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione animalista Federfida, ricevono una segnalazione da tre volontarie viterbesi: Nunzia Casini, Rita Storri e Paola Vicidomini. Le tre volontarie sarebbero a conoscenza di fatti gravi ai danni degli animali che avvengono all’interno della struttura, in particolare di cuccioli appena nati affogati nell’acqua e poi gettati nel cassonetti della spazzatura.
Oggi in aula, davanti al giudice Giacomo Autizi e al pubblico ministero Barbara Santi, la testimonianza di Loredana Pronio: «Nel marzo 2012 la nostra federazione è stata contattata dalle tre volontarie – ha spiegato al giudice – le quali ci hanno chiesto aiuto rispetto a una situazione di probabile reato a danno di animali e ambiente più volte verificatosi nel canile Fontana di Viterbo. Il 17 marzo, quindi, abbiamo incontrato le tre volontarie sopra citate che ci hanno fatto conoscere due uomini di nazionalità cingalese. I due signori lavoravano come operai nel canile privato in questione e tra le varie mansioni avevano anche quelle di accudire gli animali. Ci hanno raccontato che si erano dimessi da quel lavoro perché non riuscivano più a sopportare le violenze fatte nei confronti dei cani, in particolare uccisioni crudeli e deliberate. Ci hanno anche specificato che durane il periodo in cui avevano prestato servizio nel canile il numero dei cuccioli uccisi era elevatissimo, frutto della mancata sterilizzazione delle femmine (nella denuncia presentata dalle rappresentanti di Federfida si parla di 1200-1400 cuccioli ndr).
A riprova di quanto detto i due operai ci hanno fatto visionare un video realizzato di nascosto nella struttura, in cui si vedevano dei cuccioli appena nati presi e affogati con l’acqua in un secchio. Nel video si vedeva anche che i cadaveri dei piccoli venivano gettati in alcuni sacchi neri e poi smaltiti come normale spazzatura. A quel punto mi sono subito recata dal procuratore capo del Tribunale di Viterbo, Alberto Pazienti, al quale ho fatto vedere il video. Da qui la denuncia formale a opera della Guardia Forestale di Viterbo. In seguito ho appreso che la stessa Forestale aveva proceduto col sequestro della struttura nel maggio successivo». Al termine della deposizione della teste il giudice ha disposto l’audizione dei due operai cingalesi e ha rinviato l’udienza al 14 settembre.
Giovedì 10 marzo 2016