Blera | la tuscia negli states
Un lungo ed esauriente articolo sul nostro olio extravergine di oliva è stato pubblicato lo scorso 27 febbraio sulle colonne dell'edizione online del più noto quotidiano americano
di Sabrina Mechella
Un lungo ed esauriente articolo sull’olio extravergine di oliva, i particolare quello della Tuscia, è stato pubblicato lo scorso 27 febbraio sulle colonne de The New York Times, edizione online del più noto quotidiano americano. A parlare della situazione delicata in cui versa il nostro “oro verde” è Nicola Fazzi, direttore della cooperativa Colli Etruschi di Blera. Fazzi esprime la sua preoccupazione per il decreto legislativo che dovrebbe approdare in Parlamento domani, che prevede la depenalizzazione della contraffazione dell’olio extravergine e della sua provenienza.
“Per alcuni dei 300 olivicoltori che faticano qui tra le dolci colline della regione Lazio, l'olio d'oliva è un lavoro fatto con amore - scrive la giornalista Elisabetta Povoledo nell’articolo -. Le olive sono pronte in autunno e quando sono ancora verdi vengono raccolte a mano e sbattute in un mulino a conduzione della cooperativa in modo che possano essere pronte entro 12 ore. Nulla viene aggiunto nel processo, a seguito di precisi standard di produzione dell'olio extravergine d'oliva che in Italia rappresenta uno dei suoi prodotti più pregiati ed è tra esportazioni globali di maggior successo.
Antonella Guastella imbottiglia l'olio della cooperativa Colli Etruschi (credits Nadia Shira Cohen for The New York Times) |
«Vogliamo che la gente venga a comprare l'olio perché è un olio Colli Etruschi, famoso per la sua qualità», ha detto Nicola Fazzi, il direttore della cooperativa Colli Etruschi, fondata nel 1965. È per questo che il signor Fazzi, come produttori nel resto d'Italia, è turbato da uno schema di decreto legislativo in esame in Parlamento - con una decisione prevista martedì prossimo - che depenalizza con sanzioni la contraffazione di olio di oliva e la sua origine. Se il decreto passa, dicono i critici, frode commerciale e contraffazione non sarebbero più considerati un reato penale. Invece sarebbero puniti con una multa relativamente leggera, incentivando efficacemente il misfatto, dicono i produttori. «Si parla molto di promuovere “il made in Italy” ma poi cercano di depenalizzare l'olio adulterato» si lamenta Fazzi, che si unisce un al coro di critiche di associazioni di categoria e lobby agricole, che esprimono il loro timore per la reputazione dell’ olio extra-vergine di oliva italiano se il decreto dovesse passare”. Così il brano pubblicato sul New York Times che riguarda l’olio di Blera.
A questo proposito, però, è arrivata la smentita del Governo. In una nota congiunta, infatti, i ministeri dell’Agricoltura e della Giustizia hanno affermato di non voler assolutamente depenalizzare, bensì di avere intenzione di rafforzare la tutela contro le frodi. «Lo schema del decreto – si legge nella nota – non prevede alcuna depenalizzazione in materia di etichettatura e indicazione dell’origine; al contrario, aumenta fortemente le sanzioni amministrative e prevede ulteriori sanzioni per fattispecie nuove, oggi non punite. Insomma una vetrina internazionale per l’olio della Tuscia, sperando che il decreto in esame, nonostante le rassicurazione del Governo, non vanifichi lo sforzo dei nostri produttori locali.
(Fonte: The New York Times)
Lunedì 29 febbraio 2016