Viterbo | sindaco contro sindaco
Parole forti, quelle usate dal sindaco di Corchiano nei confronti del primo cittadino di Viterbo, rispetto alla questione che riguarda il referendum sull’acqua pubblica
di Sabrina Mechella
Non glielo ha mandato a dire Bengasi Battisti al suo omologo, Leonardo Michelini. Parole forti, quelle usate dal sindaco di Corchiano nei confronti del primo cittadino di Viterbo, rispetto alla questione che riguarda il referendum sull’acqua pubblica. 3500 i voti dei viterbesi raccolti, portati in consiglio comunale a Viterbo e ignorati con “pretesti tecnici appositamente costruiti alla vigilia della scadenza”, così come dichiarato da Paola Celletti di Unione Sindacale di Base Viterbo.
Battisti sulla questione gestione idrica ha preso decisamente posizione: componente del forum “L'acqua di tutti” si impegna fortemente per l'affermazione della gestione pubblica dell'acqua, è tra i fondatori del Coordinamento Nazionale Enti Locali per l'acqua pubblica, tra i presentatori dei Referendum per l'acqua pubblica e l'abrogazione del Decreto Fitto Ronchi con il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. È portavoce Nazionale Enti Locali per "l'Acqua bene comune" e la gestione pubblica del servizio idrico ed è tra i presentatori della proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua nella Regione Lazio.
Insomma, la sua posizione sull’argomento è chiara. Per questo non ha risparmiato una “bacchettata” a Michelini sulla vicenda raccolta firme e lo ha fatto dalla sua pagina Facebook: “Il Consiglio Comunale di Viterbo – scrive Battisti - respingendo il referendum proposto dalla sua comunità ha commesso una violazione al diritto di espressione dei cittadini su un tema fondamentale per la loro vita. Il sindaco, quale rappresentante della comunità viterbese, avrebbe dovuto garantire il diritto di espressione evitando di appellarsi a questioni burocratiche amministrative. Comunque abbiamo il diritto di conoscere cosa i singoli consiglieri pensano rispetto al quesito referendario proposto da 3500 cittadini. Subito un ordine del giorno, corrispondente al quesito referendario, da votare al consiglio per capire chi ancora crede e sostiene l'esito referendario. I consiglieri che hanno sostenuto il referendum e oggi sostengono la scelta privatizzatrice del sindaco Michelini, hanno stracciato quella bandiera che con apparente orgoglio sventolavano. Un sindaco che non tutela la dignità di una città non la rappresenta”. Più chiaro di così.
Lunedì 29 febbraio 2016