Viterbo | la denuncia
Così una giovane coppia viterbese segnalando l'accaduto all'Unione della Tuscia, che commenta: “Basta giochi di prestigio con le graduatorie per gli alloggi E.R.P."
Presunta e immotivata sottrazione di punteggio nelle graduatorie dei servizi sociali del Comune di Viterbo, la nota di Alessia De Rubeis, Unione della Tuscia – coordinatrice Circolo “Città di Viterbo”.
Il primo regalo del 2016 dell’amministrazione Michelini, è arrivato in questi giorni via raccomandata ad alcuni cittadini, privandoli di parte dei requisiti per l’assegnazione delle case popolari.
Documenti alla mano e tanta rabbia: oltre sei anni di attesa, obbiettivo all’orizzonte - visto che il cosiddetto “serpentone” a Bagnaia sta per essere messo a disposizione - una speranza che in un attimo diventa disperazione: quella che poteva sembrare a tutti gli effetti una conferma che la pazienza premia, diventa una sconfitta per la dignità e l’onore della gente onesta. I requisiti, regolarmente dimostrati e protocollati valgono istantaneamente 28 punti che, di per sé, sono già molti. Passano anni di verifiche e la graduatoria, non modificandosi i requisiti, rimane invariata: il punteggio rimane 28.
Ma non basta essere in regola con tutta la burocrazia di cui siamo capaci in Italia: come da nostro precedente comunicato, questa famiglia si è ritrovata nel baratro di un’assegnazione che stando così le cose, non avverrà mai. Chissà poi a favore di chi.
Già, perché 12 dei punti assegnati a questa famiglia erano – e sono – relativi alla “condizione L. 2, quella concernente i nuclei familiari che si siano costituiti entro i tre anni precedenti alla data di pubblicazione del bando”, condizione che torniamo a ripetere, era già stata certificata e protocollata al momento della richiesta. Quindi, poiché dal 2010 ad oggi questa giovane famiglia, nonostante le difficoltà non si è sfasciata e non ha provveduto ad acquistare la DeLorean per tornare indietro nel tempo, la responsabile del servizio firma il procedimento che getta nel baratro le speranze di questa famiglia di vedersi assegnare finalmente una casa popolare.
A specifica domanda, ci viene risposto in burocratese che nel bando stesso, nelle ultime righe viene riportata la dicitura: “Il Comune, prima di procedere all’assegnazione accerterà che in capo al nucleo familiare del richiedente permanga il possesso dei requisiti e qualora siano trascorsi più di due anni, dalla data di presentazione della domanda, procederà anche alla verifica della permanenza delle condizioni di priorità che hanno dato luogo a punteggio”. E a questo ultimo punto, noi esclamiamo “Giusto! Giustissimo!” Ma lo esclamiamo per quei punti che ragionevolmente possono contribuire alla modifica del reddito; ISEE, proprietà immobiliari, liquidità, invalidità temporanee risolte. Non certo per una condizione che non può modificarsi negli anni se non con il disfacimento di una famiglia. Davvero i Servizi Sociali auspicano che una regola “sui generis” come questa possa non essere impugnata? Davvero i Servizi Sociali auspicano la distruzione del concetto di famiglia?
Nel testo del bando datato 15/07/2009 infatti, viene esplicitamente citato che il requisito L. 2 “deve sussistere alla data di pubblicazione del bando” senza riportare in alcun modo il rischio di perdere i punti acquisiti con questo requisito col passare degli anni.
È ora che di sociale si cominci a parlare rispettosamente, Houdini è deceduto da tempo.
Martedì 12 gennaio 2016