Viterbo | la riforma del governo renzi

Ferdinando Imposimato a Viterbo

«Scuola pubblica ultimo baluardo di libertà»

Così il magistrato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, ospite dell’incontro “Quale scuola, quale futuro" organizzato a Viterbo, nell’ex tribunale di piazza Fontana Grande, dal Movimento 5 Stelle

di Sabrina Mechella

Ferdinando Imposimato
Ferdinando Imposimato

«La scuola pubblica è l’ultimo baluardo della libertà». Così Ferdinando Imposimato, magistrato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, ospite dell’incontro “Quale scuola, quale futuro" organizzato oggi pomeriggio a Viterbo, nell’ex tribunale di piazza Fontana Grande, dal Movimento 5 Stelle. Un dibattito molto partecipato, quello di oggi, su un tema caldo, la riforma della scuola del governo Renzi. Molte le persone intervenute ad ascoltare il magistrato e gli esponenti grillini che hanno preso parte all’incontro: Silvia Chimienti e Massimiliano Bernini, portavoce alla Camera, Gianluca Perilli e Silvia Blasi, portavoce alla Regione Lazio, Gianluca De Dominicis, portavoce del Comune di Viterbo. A moderare l’incontro Valeria Bruccola, insegnante.

Molto applaudito l’intervento di Imposimato, che non ha certo risparmiato stoccate all’attuale governo e anche alla stampa:

Da sinistra Silvia Chimienti e Valeria Bruccola
Da sinistra Silvia Chimienti e Valeria Bruccola

«Questo è un paese in cui la libertà di stampa è al 70° posto – ha affermato – e le cose che diciamo qui non saranno sicuramente pubblicate. Le grandi opere servono anche per corrompere i giornali e per spendere soldi sottratti alla scuola pubblica, che è l’ultimo baluardo della libertà. Noi faremo azioni concrete per far annullare questa legge: lo sciopero generale (e i sindacati ci devono dire una volta per tutte da che parte stanno) il referendum e le azioni giudiziarie come il ricorso al Tar e al Consiglio di Stato. Ritengo che con questa legge i professori saranno sottoposti a veri e propri ricatti da parte dei presidi che potranno decidere del loro destino. C’è poi la questione dei soldi alle scuole private, che è illegittima costituzionalmente. I fatti sono che le famiglie hanno visto aumentare le spese di 500 euro per i libri, che il 77 per cento degli insegnanti sarà mandato via da casa per trasferirsi altrove, che non esistono graduatorie, che sono stati sottratti 200 milioni di euro alla scuola pubblica mentre vengono spesi miliardi per opere inutili. Vogliamo una società giusta – ha concluso il magistrato – chiedo a voi di scendere in campo per fare azioni di disobbedienza civile».

Da sinistra: Silvia Chimienti, Valeria Bruccola, Ferdinando Imposimato, Massimiliano Bernini e Silvia Blasi
Da sinistra: Silvia Chimienti, Valeria Bruccola, Ferdinando Imposimato, Massimiliano Bernini e Silvia Blasi

Dopo l’intervento di Imposimato, molto applaudito, ha preso la parola l’onorevole Chimienti: «Questa è una legge scempio – ha tuonato – e a nulla è servito lo sciopero del 5 maggio che abbiamo organizzato per protesta. È stata posta la fiducia nonostante la mancanza del consenso popolare e non c’è stata nessuna volontà politica ad ascoltare. Siamo stati molto frustrati per non aver potuto fermare lo scempio che si è compiuto. Con questa legge circa ottomila insegnanti saranno deportati da Nord a Sud e viceversa, magari dopo venti anni di precariato. Chi ha accettato la proposta di assunzione adesso non sa cosa fare, il suo destino è incerto. Altri 55 mila faranno da “tappabuchi” ricoprendo cariche non consone alla propria formazione. Noi porteremo avanti i referendum, che saranno non solo per l’abolizione della “Buona Scuola”, ma anche dello “Sblocca Italia” e del “Jobs act”. Ci sarà prima la raccolta firme e poi il voto avverrà nel 2017».

Il pubblico
Il pubblico

«Tra i tanti aspetti che contestiamo – ha aggiunto la Blasi – c’è quello che il preside sceglie la sua squadra, dimenticando il lungo percorso che ha dovuto fare il docente per diventare tale. In Regione abbiamo depositato una mozione per il ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge, ma dai primi di luglio il consiglio regionale è fermo per via dell’implicazione di alcuni consiglieri nell’inchiesta di “Mafia capitale”».

«La scuola pubblica è stata aggredita – ha concluso Massimiliano Bernini – e per noi è vedere questo è stata un’enorme sofferenza. Sono stato insegnate precario per dieci anni e quindi so cosa vuol dire essere sospeso. Mi sta a cuore non solo il destino degli insegnanti, ma anche quello dei ragazzi, perché questa è una controriforma classista che vuole alunni di serie A e di serie B. E la scuola pubblica va difesa ad ogni costo, perché, come ha ricordato Ferdinando Imposimato, è il primo baluardo dello Stato».

Giovedì 10 settembre 2015