Viterbo | kermesse in pericolo
Lo sfogo degli organizzatori della rassegna viterbese, Andrea Baffo e Filippo Rossi, che chiedono ai visitatori di versare un contributo volontario di un euro per accedere alla Cittadella, per onorare gli impegni di spesa
di Sabrina Mechella
Arianna Ciccone, organizzatrice del Festival del giornalismo di Perugia lo aveva annunciato: se non reperiamo i fondi l’edizione 2014 non si farà. Alla fine, grazie al crowdfunding, una raccolta di denaro dai privati via internet, il pericolo è stato scongiurato. E così succede per Caffeina Festival, a corto di risorse e, quelle che ci dovrebbero essere, in realtà sono vaghe. Un’incertezza che sta mettendo in pericolo l’esistenza stessa della rassegna culturale a Viterbo. Uno sfogo amaro quello degli organizzatori della kermesse, Andrea Baffo e Filippo Rossi, pronunciato ieri mattina in conferenza stampa e ribadito la sera stessa, davanti al pubblico oceanico del concerto della Banda della Polizia di Stato, in piazza San Lorenzo.
Un’esibizione maestrale quella dei musicisti che hanno letteralmente incantato la platea ma che, come ha poi sottolineato Baffo lontano dal microfono, è costata 2000 euro. «Soldi necessari per il service – ha detto – per uno spettacolo di questo livello è il minimo». Spese che sono sempre più pressanti per un Festival che in nove anni di vita ha raggiunto una popolarità nazionale, restando però con il budget di una rassegna locale. «Con 250 mila euro non vai lontano – ha aggiunto Baffo – qui ci sono ragazzi volontari che si fanno il mazzo ogni sera, io li guardo e mi viene da piangere perché meriterebbero di essere pagati, di essere stabilizzati. Loro lavorano senza sosta per un ideale, per una causa: noi ci sentiamo inadeguati. In Fondazione c’è gente che non prende lo stipendio da cinque mesi e questo non è giusto. Potremmo lasciar stare tutto, organizzare cinque date con spettacoli di nomi famosi, farci pagare bene e avremmo meno stress. Potrei fermarmi qui, in fondo le mie soddisfazioni in questi nove anni me le sono prese. Ma questo è un lavoro da imprenditori, noi non siamo questo». Con l'amarezza, aggiunge Baffo, di essere protagonisti di accuse e polemiche, di vedersi dipinti sui giornali come faccendieri che si arricchiscono grazie alla rassegna. «Lavoriamo senza percepire un euro - sottolinea - e stiamo rischiando in prima persona, se non riusciamo a coprire le spese».
Altri festival nazionali possono contare su ben altre cifre: “Pordenone legge”, per esempio, ha un budget di oltre 800 mila euro, quelli che servono per mantenere un livello alto. «Il Comune ha detto che ci darà i fondi, ma non sappiamo quanti e quando saranno versati. La Regione Lazio doveva emettere un bando per lo spettacolo pari a 30 mila euro, ma ancora non è stato pubblicato. Non possiamo andare avanti così, non possiamo avere ospiti della portata di Capossela e pensare che questo non abbia un costo. Se una banca decide di darci solo ottomila euro è una questione di scelte, vuol dire che quello è il prezzo per cui ha valutato l’evento».
E allora la palla passa ai viterbesi perché, come ha sottolineato il sindaco Michelini l’altro ieri in conferenza stampa, “Caffeina può andare avanti solo se la città lo vuole”. Ecco quindi il crowdfunding ma in forma diretta: una lotteria che, al costo di due euro a biglietto, mette in palio da 2000 a 200 euro da spendere in libri. E poi l’offerta spontanea di un euro per entrare alla Cittadella di Caffeina: «Una scelta che i visitatori possono decidere di fare oppure no – ha ribadito ieri Baffo dal palco di piazza San Lorenzo – un piccolo mattoncino che ognuno di voi può decidere di aggiungere, per permettere a Caffeina di sopravvivere».
Altrimenti si tirano i remi in barca. E Caffeina a Viterbo sarà solo un ricordo.
Venerdì 26 giugno 2015