Viterbo | oggetto l'espianto delle piante

Parco delle Querce, un altro esposto di Bonatesta

alla Procura della Repubblica di Viterbo

«Il presente atto – scrive l'ex senatore viterbese - ha quale scopo di porre all’attenzione sull’esecuzione dei lavori di costruzione di una Palestra polivalente, affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti»

Uno degli ulivi prima e dopo il trapianto
Uno degli ulivi prima e dopo il trapianto

Parco delle Querce a Santa Barbara, un altro esposto alla Procura della Repubblica di Viterbo da parte dell’ex senatore Michele Bonatesta pubblicato stamani sul portale Latuavoce.it.

«Il presente atto – scrive il direttore del sito di informazione locale - ha quale scopo di porre all’attenzione accadimenti che si inseriscono nell’ambito dell’esecuzione dei lavori di costruzione di una Palestra polivalente sita in Viterbo in via della Biga di Castro, affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la sussistenza di eventuali profili di penale e amministrativa rilevanza di specifici fatti dedotti.

Il giorno 25 maggio 2015 la ditta appaltatrice CO. GE. DI s.r.l.di Montefiascone (Vt) ha iniziato. come da capitolato d’appalto xxxx ad effettuare l’opera di espianto e reimpianto di alcuni olivi che insistevano sul terreno ove doveva essere costruita sempre dalla medesima ditta la Palestra polivalente. L’opera avveniva dopo aver potato in modo grossolano le piante, che dopo il 31 marzo, secondo la corretta prassi agronomica non possono essere potate per non comprometterne la naturale crescita».

Oltre al danno la beffa: i cartelloni creati dai bambini usati come tappetino del cantiere
Oltre al danno la beffa: i cartelloni creati dai bambini usati come tappetino del cantiere

«L’espianto e il reimpianto delle piante - prosegue l’esposto - avveniva anch’esso in modo grossolano arrecando ulteriori danni alle piante. In particolare la ditta appaltatrice ha utilizzato una scavatrice, atta al movimento terra e non all’opera a regola d’arte di espianto ed impianto. La stessa veniva utilizzata anche per il trasporto delle piante dal luogo dell’espianto a quello di reimpianto. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si crede che il lavoro non sia stato eseguito a regola d’arte pur essendo previsto dal contratto firmato con l’ente appaltante (Comune di Viterbo).

Il contratto di appalto prevede, all’articolo 15 lettera a) le clausole di risoluzione dello stesso per “frode nell'esecuzione dei lavori”; e alla lettera c) per “manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori”. Il disciplinare di gara al punto 1.3 lettere i) ed L) prevede che la ditta che deve eseguire i lavori dichiari di avere a disposizione i mezzi e materiali adeguati per procedere all’esecuzione del lavoro a regola d’arte. Da quanto esposto e dalla documentazione allegata si evince esattamente il contrario, ovvero la ditta appaltatrice non disponeva dei mezzi adeguati allo svolgimento dell’opera e non era in grado di attuarla a regola d’arte. Secondo quanto previsto dall’articolo 7 del contratto è possibile la sospensione dei lavori su ordine del direttore dei lavori nei casi di avverse condizioni climatologiche, di forza maggiore, o di altre circostanze speciali che impediscono la esecuzione o la realizzazione a regola d’arte dei lavori, compresa la necessità di procedere alla redazione di varianti in corso d’opera”. Malgrado questa possibilità il direttore dei lavori non ha sospeso i lavori, manifestando ulteriore grado di incompetenza nell’esecuzione a regola d’arte degli stessi».

Lex senatore Michele Bonatesta
Lex senatore Michele Bonatesta

«Si ricorda alla sua Eccellenza che la Provincia di Viterbo - sottolinea Bonatesta - ha adottato le linee guida per la redazione di Piani del Verde previsti dalla normativa europea, nazionale e regionale nei cui allegati sono descritte le modalità di espianto e reimpianto degli alberi d’olivo. Tale allegato è stato prodotto con il contributo dell’Università della Tuscia. Il Comune di Viterbo non dispone ancora di un Piano del Verde. La mancanza all’adempimento di questa disposizione obbliga la ditta appaltatrice ad utilizzare la legge di categoria giuridica superiore, ovvero quella provinciale.

Nel giorno 26 maggio si è tenuta presso il Consiglio Comunale di Viterbo una discussione sui lavori e sui danni provocati dalla ditta appaltatrice secondo quanto sopra esposto anche utilizzando la stessa documentazione fotografica che presento in questo esposto. L’ente appaltante è stato quindi adeguatamente informato sia nella persona del sindaco Michelini che dell’assessore all’Urbanistica Ricci. Pur avendo evidenza della manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori, l’amministrazione del Comune di Viterbo, ovvero l’ente appaltante non ha sospeso i lavori. Questo potrebbe configurare uno spreco di denaro pubblico poiché speso con una ditta appaltatrice che già oggi appare inidonea ed incapace che potrebbe non condurre a termine in modo corretto la commessa».

«Per quanto sopra esposto e motivato – conclude l’ex senatore - il sottoscritto chiede che l’Ecc.ma Procura della Repubblica adita voglia disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa, valutando gli eventuali profili di illiceità penale e amministrativa degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti».

Venerdì 29 maggio 2015