Viterbo | "un diritto inalienabile"
Così il senatore viterbese intervenendo in aula a proposito della decisione che oggi il Consiglio di presidenza adotterà sulle rendite ai politici passati in giudicato per reati gravi
di Sabrina Mechella
«Perché cambiare le regole per donne e uomini che hanno lavorato con quelle regole in atto? Io cambio le regole all'inizio della mia attività lavorativa, all'inizio della legislatura. In questa occasione dico alla collega questore e al presidente del Senato che non c'è il mio apprezzamento, non c'è la mia fiducia». Così Ugo Sposetti, senatore viterbese Pd, intervenendo in aula a proposito della decisione che oggi il Consiglio di presidenza adotterà sui vitalizi per gli ex parlamentari condannati (analogo appuntamento è previsto alla Camera), nel lancio riportato dall’agenzia Adnkronos. Per Sposetti, insomma, è ingiusto abolire il vitalizio anche per coloro che sono stati condannati per reati gravi come mafia e corruzione.
«Ritengo che i membri del Consiglio di presidenza – ha dichiarato il senatore viterbese - si trovino di fronte ad un diritto inalienabile, un diritto acquisito, un diritto che matura con il versamento dei contributi del lavoratore e dell'azienda, un diritto alla sopravvivenza. Per chi ha fatto solo quel lavoro, scatta un diritto alla sopravvivenza».
Non la pensa così don Luigi Ciotti che, assieme ad altri 500mila firmatari della petizione di Riparte il Futuro promossa da Libera e da Gruppo Abele, chiede che venga abolita “una vergogna”: «Insieme per cancellare questo privilegio assurdo per chi ha violato l’articolo 54 della Costituzione, che obbliga ogni cittadino a cui vengono affidate funzioni pubbliche di assolverle “con dignità e onore”».
Ma chi sono questi cittadini ai quali, secondo Sposetti, non si può togliere il diritto alla sopravvivenza? Per esempio Cesare Previti, condannato per corruzione in atti giudiziari (ovvero per avere pagato dei giudici allo scopo di ottenere sentenze favorevoli), 4.235 euro di vitalizio. Poi il più noto, Silvio Berlusconi: condannato per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset, percepisce una somma pari a 8mila euro. Per Marcello Dell'Utri a maggio scorso la Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa: percepisce un assegno mensile da 4.985 euro.
E, ancora, Arnaldo Forlani che, condannato in via definitiva a due anni e quattro mesi di detenzione per finanziamento illecito nell'affare Enimont, percepisce 6.062 euro. C'è anche Claudio Martelli il cui vitalizio è pari a 4.992 euro, mentre Alfredo Vito percepisce due vitalizi: uno da ex consigliere regionale e l'altro da ex deputato, in tutto 4.540 euro. Tra le "rendite" più basse quella di Toni Negri (2mila euro) condannato per reati legati al terrorismo e quella Giuseppe Ciarrapico, condannato per ricettazione fallimentare e bancarotta fraudolenta e un vitalizio da 1.824 euro. Attualmente il vitalizio gode del carattere di reversibilità.
L'Idv ha calcolato che risultano erogati oltre 1064 vitalizi agli eredi dei defunti, vedove e figli, con stipendi mensili che oscillano da 1700 euro a fino oltre 7mila, netti. Insomma, in un momento in cui il Governo sta traccheggiando per restituire a 5 milioni di pensionati quanto illecitamente sottratto, l’uscita di Sposetti appare quantomeno infelice.
Giovedì 7 maggio 2015