Viterbo | "in uno spazio che la penalizza"
È il racconto di Tiziana Briguglio, giornalista esperta di food che ha avuto modo di vedere dal vivo a Expo Milano “Fiore del Cielo”. Intato a Viterbo è polemica per l'articolo di Corriere.it che inserisce la Macchina nella gallery trash
di Sabrina Mechella
«La Macchina di Santa Rosa? Usata dalle persone per bivaccarci sotto». È il racconto di Tiziana Briguglio, giornalista esperta di food, a Expo Milano dal giorno della sua apertura, che ha avuto modo di vedere dal vivo “Fiore del Cielo”. «L’ho vista il primo giorno e, sotto la pioggia, l’ho trovata molto bella – spiega -. Il giorno seguente, però, mi sono cadute le braccia. La costruzione, infatti, si trova in uno spazio angusto accanto alle altre 200 opere di arte contemporanea selezionate da Vittorio Sgarbi e posizionate nelle aree ristorazione di Eataly. La gente non capisce che si tratta di una costruzione che ha una sua tradizione e non legge nemmeno il cartello esplicativo messo a fianco. La scambia per un'opera di arte contemporanea. Ieri, sotto la Macchina, c’era tanta gente che bivaccava mangiando un panino e la costruzione era un qualcosa a cui appoggiarsi. Avrebbe meritato, secondo me, uno spazio diverso, magari proprio a Palazzo Italia. Ma così è davvero penalizzata. Io che non l’ho mai vista ma che ne ho sentito parlare, ho avuto questa impressione».
La Macchina di Santa Rosa e l’opportunità di metterla in mostra a Milano come ambasciatrice di Viterbo è l’argomento del giorno e causa di feroci polemiche, dal momento che proprio oggi Corriere.it la pubblica nella galleria fotografica di cose trash viste all’Expo.
Non solo. Con “Fiore del Cielo” se la prende pure Januara Piromallo che, dalle colonne de Il Fatto Quotidiano, la definisce: “Una replica con angeli aggrovigliati intorno a un indefinito coso sul quale si innalza una madonna che dà la sua benedizione. L’originale va in processione da 750 anni a Viterbo, il suo clone non si può guardare dalla bruttezza”.
Giudizi molto pesanti e difficili da digerire per i viterbesi che ne vanno (giustamente) fieri. Lucio Matteucci, presidente di Viterbo Civica spara a zero: «Lo dico pubblicamente assumendomi tutte le responsabilità del caso: Io Amo La Mia Santa e forse per troppo amore potrei dire delle cose non giuste. Ma non tollero minimamente che la mia/nostra Santa sia oggetto di scherno da parte di ignoranti che non hanno mai pianto per lei e che non hanno gioito per lei. Io personalmente non lo accetto. La Macchina doveva stare in un contenitore al buio e accesa se proprio si doveva portare li. Mi rifiuto di veder derisa la mia/nostra Santa per il capriccio di un nostro politico che non aveva altro di meglio da fare. Migliaia di persone a San Pellegrino in Fiore. E ci fosse stato mezzo banchetto di promozione turistica. Visto che il 60% di quei turisti non la conosceva. A mio personale parere o si interviene o riportiamola a casa!».
In molti, sulla pagina social dell’associazione viterbese, commentano più o meno sullo stesso tono: ««Non è che fuori da Porta Faul abbian tutti automaticamente presente di cosa si parla – spiega Alfonso Antoniozzi, attore viterbese -. Certo, ecco, se l'idea è esporla come si esposero le tele di Del Piombo, ossia senza uno straccio di inquadramento storico e artistico, lo capisco che poi finisca nella classifica del kitsch. Con tutto che a vederla svettare lì, sui tetti di Milano, insomma... il brividino a noialtri, anche in foto, viene. Il problema è quando ci si aspetta che il medesimo brividino venga a chi non sa cosa sta vedendo, il lavoro che c'è dietro, la tradizione, il coraggio e la devozione di chi la trasporta, eccetera, eccetera, eccetera. Le cose van spiegate».
La critica è rivolta ovviamente all’amministrazione Michelini, “colpevole”, secondo alcuni, di aver portato a Milano “Fiore del Cielo” senza un adeguato corredo di spiegazioni utili a far comprendere al visitatore ignaro la sua vera natura e cosa c’è dietro alla costruzione in mostra.
A difesa della Macchina di Santa Rosa a Milano si è speso invece il consigliere regionale Daniele Sabatini: «Stupisce che sia stata inserita nell’elenco del trash visto che, in un articolo dello scorso aprile, lo stesso quotidiano la citava come “il simbolo di Viterbo, l’antica città dei Papi” e come “l’unico monumento italiano trasportato e ricostruito negli spazi dell’Expo”».
Insomma l’argomento infiamma i viterbesi. Per ora da Palazzo dei Priori, invece, tutto tace.
Domenica 3 maggio 2015