Viterbo | diario africano
Parole dure, toccanti e piene di dolore quelle che don Maurizio Boa, parroco viterbese impegnato ad aiutare gli ultimi in Sierra Leone, pronuncia all’indomani della tremenda mattanza di giovani universitari avvenuta in Kenya per mano di Al Shabaab
di Sabrina Mechella
«... E anche se so che arriverà domenica mattina con la notizia incredibile e folgorante della resurrezione, non riesco a staccare il mio pensiero dal dolore e dalla morte, dalla brutalità senza senso che uccide 147 giovani colpevoli di essere cristiani, dal silenzio complice dell’occidente». Parole dure, toccanti e piene di dolore quelle che don Maurizio Boa, parroco viterbese impegnato ad aiutare gli ultimi in Sierra Leone, pronuncia all’indomani della tremenda mattanza di giovani universitari avvenuta in Kenya per mano di Al Shabaab, gruppo fondamentalista somalo. Padre Maurizio conosce bene gli orrori di un continente piagato da guerre, fame e malattie, ultima quella del virus ebola che ha visto proprio la Sierra Leone tra i paesi più colpiti. Ecco il suo diario da quel luogo lontano, con l’augurio di una Pasqua più serena per tutti.
Carissimi amici un poco in ritardo ma ci sono anch’io. I numeri sono bassi, ebola c’è, ma se ne sta andando e il 14 aprile riapriranno le scuole. Buone notizie da questo fronte; è da tempo che le aspettavamo e ci fanno sentire meglio.
Ieri era venerdì santo, il giorno della passione e morte del Signore. E anche se so che arriverà domenica mattina con la notizia incredibile e folgorante della resurrezione, non riesco a staccare il mio pensiero dal dolore e dalla morte, dalla brutalità senza senso che uccide 147 giovani colpevoli di essere cristiani, dal silenzio complice dell’occidente, dalla cattiveria che genera dolore e sofferenza in questo nostro mondo di oggi.
Perché? “Risposta non c’è o forse chi lo sa perduta nel vento sarà” cantava una bella canzone dei tempi passati. Eppure il dolore è presente in noi, è inseparabile dalla nostra vita umana e ne abbiamo paura, “più paura che della morte” ha detto Emma Bonino in questi giorni di sofferenza per lei.
In quest’anno di ebola il dolore è stato quotidianamente presente qui in questa nazione e la paura. È per questo che oggi ad occupare i miei pensieri pasquali non è la gioia della risurrezione, ma il tremendo dolore che l’ha preceduta e non è facile trovarne un significato anche se la mia fede e il fatto di essere sacerdote dovrebbero illuminarne la strada e il senso. L’impatto con il dolore e la povertà che lo genera mi confronta ogni giorno con la verità del Vangelo e la coerenza della fede.
I ricchi oggi sono ricchi e aumentano in ricchezza mentre diminuiscono di numero. I poveri oggi sono poveri e aumentano in povertà e aumentano anche di numero. E non sono popolari, a loro la porta viene spesso sbattuta in faccia.
“Quando i pesci piangono nessuno vede le loro lacrime” dice un proverbio sierraleonese e ci fa pensare. A quando un mondo più giusto, a quando un mondo senza sofferenza? Non lo so e non lo aspetto, solo non voglio essere parte di coloro che lo rendono così ingiusto e così sofferente e allora cerco ogni giorno di portare una piccola goccia di condivisione e solidarietà, e anche di gioia.
Buona Pasqua, il Signore Risorto ci doni la forza di amare e di vivere insieme il dolore altrui, don Maurizio.
Sabato 4 aprile 2015