Viterbo | Ospitata al Museo della Ceramica a Viterbo, dal 20 settembre al 12 ottobre

"Dancalia, terra di conquista" chiude i battenti

incassando un successo internazionale

La mostra reportage del giornalista Gianni Tassi si conclude con tantissimi visitatori provenienti da ogni parte del mondo e dell’Italia, oltre ai moltissimi viterbesi

In primo piano Gianni Tassi mentre illustra agli ospiti i suoi scatti
In primo piano Gianni Tassi mentre illustra agli ospiti i suoi scatti

Ci sono Tony e Kate da Minneapolis (Usa) che, a bordo della loro mountain bike, girano l’Italia. Poi Hann e Darry da Gerusalemme, Susanna da Amsterdam, Anna, Eugeniia e Dimitri dalla Russia, Katie dall’Inghilterra, Assunta dal Lussemburgo, Vanessa e Ricardo dal Brasile. Ma anche Catia da Pontedera, Emanuele da Trieste, Luigi da Potenza, Liliana da Padova.

“Dancalia, terra di conquista”, mostra reportage del giornalista Gianni Tassi, chiude i battenti incassando un successo internazionale che, come si dice in questi casi, va realmente al di là delle aspettative, con tantissimi visitatori provenienti da ogni parte del mondo e dell’Italia, oltre ai moltissimi viterbesi che hanno calcato le sale del Museo della Ceramica di Viterbo dove la mostra fotografica è stata ospitata dal 20 settembre a 12 ottobre.

Al centro il cronista con gli italiani nati e vissuti ad Asmara
Al centro il cronista con gli italiani nati e vissuti ad Asmara

L’esposizione è stata concepita allo scopo di evidenziare l’importanza e la bellezza di uno degli ultimi tesori dell’Africa, al confine tra Etiopia ed Eritrea, che tra dieci anni potrebbe non esistere più. Cinquanta ingrandimenti fotografici – la maggior parte a colori, qualcuno in bianco e nero – e tre pannelli esplicativi per raccontare un pezzo di Africa che adesso rischia di sparire per sempre sotto i colpi dello sfruttamento minerario senza scrupoli delle multinazionali.

Alcuni visitatori provenienti dal Brasile
Alcuni visitatori provenienti dal Brasile

Ognuno di questi visitatori ha voluto lasciare, oltre la propria firma, anche un pensiero: «Grazie per avermi esposto una realtà che non conoscevo» dice Meso da Firenze; «L’Africa è un paese che va raccontato, complimenti una mostra favolosa» dice Cristiana da Viterbo. E ancora: «Bellissime foto scelte da un occhio sensibile», «Una realtà del mondo così lontana dal nostro modo di vivere ma così vicino geograficamente», «Dancalia è sorprendente per la qualità delle foto oltre che dalla singolarità del luogo», «Oggi si chiude una delle mostre più belle e significative che mi sia mai capitato di conoscere, voglio ringraziare l’autore che è riuscito a farmi vedere, attraverso i suoi occhi, un mondo che non mi capiterà mai di poter guardare con i miei».

L'inaugurazione della mostra con la conferenza dei vulcanologi Luca Lupi e Vincenzo Piscopo
L'inaugurazione della mostra con la conferenza dei vulcanologi Luca Lupi e Vincenzo Piscopo

A far visita alla mostra anche quattro italiani over 70 nati ad Asmara e vissuti per oltre 30 anni in Etiopia partiti da Roma sabato 4 ottobre per tornare a vedere coi propri occhi quei luoghi in cui hanno lasciato un pezzo della loro gioventù.

Tassi al centro con i fotografi Bruno Pagnanelli e Gabriele Rigon
Tassi al centro con i fotografi Bruno Pagnanelli e Gabriele Rigon

«Sono davvero molto lusingato dal successo riscosso di questa mostra – afferma Gianni Tassi – il mio scopo era quello di raccontare una storia che pochi hanno la possibilità di conoscere, per le difficoltà oggettive di raggiungere un luogo che d’estate tocca i 56 gradi e anche perché è una regione in cui le popolazioni locali sono da sempre in lotta. Mi preme ringraziare Fondazione Carivit, Comune di Viterbo, Associazione stampa romana, Università della Tuscia, Associazione Phot Art e Provideo che hanno creduto nella bontà del progetto. E ultime, ma non per importanza, Silvia, Cristina, Valentina e Anna, della cooperativa Girolamo Fabrizio che gestisce il Museo della Ceramica, le quali con la loro professionalità e gentilezza hanno reso possibile l’ottima riuscita della mostra».

«Apprezzo il grande successo dell’esposizione – aggiunge Mario Brutti, presidente della Fondazione Carivit – aperta a far conoscere realtà sconosciute ma così importanti sulla scena mondiale. Tassi ci ha aperto nuovi orizzonti e noi come Fondazione apprezziamo la qualità della mostra che ha trovato nel Museo della Ceramica un palcoscenico ideale. Speriamo di replicare l’esperienza nel futuro».

Martedì 14 ottobre 2014