Civita Castellana | giornata della memoria

Furio Colombo agli studenti civitonici

«La Shoah è un delitto italiano»

Il giornalista ed ex deputato ha tenuto un lungo discorso ai ragazzi delle quinte superiori della città: «L'"Ispettore della razza" ci disse che alcuni bambini tra noi dovevano abbandonare quella scuola per sempre. Non lo dimenticherò mai»

Da sinistra: Gianluca Angelelli, Furio Colombo e Giancarlo Contessa
Da sinistra: Gianluca Angelelli, Furio Colombo e Giancarlo Contessa

«Se tanti come voi fossero esistiti quando io ero bambino il mondo sarebbe stato diverso. Grazie per quello che avete fatto, per il modo in cui avete approfondito gli argomenti e per le intuizioni avute. Non smettete di farlo».

Con questa esortazione si è concluso il lungo discorso che Furio Colombo, giornalista, saggista, ex deputato, ha tenuto di fronte agli studenti delle classi quinte delle scuole superiori di Civita Castellana in occasione della Giornata della Memoria, durante la premiazione del concorso “I giovani incontrano la Shoah”.

Insieme a lui sono intervenuti il sindaco Gianluca Angelelli, l’assessore alla Pubblica Istruzione, Giancarlo Contessa, i membri della commissione di valutazione dei lavori per il concorso, che quest’anno ha visto 32 ragazzi venire premiati con un viaggio ad Auschwitz e Birkenau, concorso istituito dal sindaco Angelelli e rivolto ai ragazzi delle scuole superiori per approfondire il tema della Shoah e che ogni anno premia i vincitori con un viaggio nei campi di sterminio.

Furio Colombo parla agli studenti
Furio Colombo parla agli studenti

«In questi cinque anni hanno partecipato al concorso circa 350 ragazzi, di cui circa 100 sono andati o andranno ad Auschwitz – ha spiegato il sindaco Gianluca Angelelli introducendo la premiazione del concorso - Sono molto felice che molti ragazzi possano fare questa esperienza, che rappresenta un vero e proprio viaggio dentro se stessi. Il rogo dei libri è il tema di quest’anno ed è un tema perfetto per la scuola, perché sulla cultura si fonda la crescita delle persone. Continuare a porre al centro questo tema e continuare a credere nella cultura significa alimentare la libertà ed è quello che dobbiamo fare tutti quanti nella nostra quotidianità».

Dopo il sindaco ha preso la parola l’assessore alla Pubblica Istruzione Giancarlo Contessa «Con questo concorso e in particolare con la felice intuizione del sindaco di strutturarlo ogni anno su un tema specifico legato alla Shoah, l’amministrazione comunale entra nel merito della didattica spingendola verso l’approfondimento di questa parte della storia italiana e mondiale. I frutti di questo impegno dell’amministrazione li vedremo nel futuro, perché stiamo creando tanti nuovi testimoni della memoria».

Quest'anno 32 ragazzi delle scuole quinte superiori di Civita Castellana hanno vinto il concorso che li porterà in viaggio ad Auschwitz e Birkenau
Quest'anno 32 ragazzi delle scuole quinte superiori di Civita Castellana hanno vinto il concorso che li porterà in viaggio ad Auschwitz e Birkenau

A seguito della premiazione dei 32 studenti di quinta superiore ha preso la parola l’onorevole Furio Colombo, colui che ha presentato la proposta di legge, approvata all’unanimità, con la quale nel 2000 è stato istituito il "Giorno della Memoria” il 27 gennaio, giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz.

«Assisto oggi a un episodio di civiltà, come è questo concorso, che augura bene a questo paese e questo territorio ha detto Furio Colombo iniziando il suo discorso- allo stesso tempo vi parlo da persona allarmata del fatto che alcune cose gravissime continuano ad accadere anche oggi, passando per la normalità».

«Il primo ricordo che ho – racconta Colombo, ripercorrendo il suo primo ricordo d’infanzia relativo alla shoah, in cui all’avvio delle lezioni nel ’38 alcuni bambini vennero espulsi dalla sua scuola in base alle leggi razziali – è l’aula magna della scuola elementare “Coppino” di Torino, che io frequentavo, dove all’inizio dell’anno scolastico nel ’38 siamo stati convocati tutti, bambini e insegnanti. Il primo fatto inusuale di quella giornata era che gli insegnanti non ci scortavano, ma uscivano per primi e andavano davanti a noi, senza preoccuparsi di controllarci. In noi ci fu un istintivo presentimento che stava per accadere qualcosa di insolito. Tutti gli insegnanti erano seduti nelle due prime file davanti e non si voltavano a guardarci né a sorvegliarci. In questo quadro silenzioso, perché la nostra ansia ci diceva di stare bene attenti a non parlare, entrò il direttore didattico con un elenco nella mano. Dopodiché ci presento una persona venuta da Roma, presentandola come l’Ispettore della razza”». E qui Colombo si distacca dal ricordo per sottolineare l’assurdità di una situazione realmente accaduta, vale a dire che l’Italia ha avuto impiegati pubblici con la mansione di ispettori della razza.

«Lui ci disse che i bambini che sentivano chiamare il proprio cognome e nome si dovevano alzare, andare verso la porta e abbandonare quella scuola e tutte le scuole del regno da quel giorno per sempre. La cosa che non dimenticherò mai, rispetto all’incredibilità dell’evento, è che a mano a mano che i bambini si alzavano e andavano verso la porta, nessuno degli insegnanti si è voltato a guardare o a salutare, a dire qualcosa ai loro scolari che se stavano andando per sempre».

«La prima impressione di fronte a quel fatto – ricorda Furio Colombo - fu di una ingiustizia immensa. La seconda impressione fu la terribile lezione del conformismo. Immagino che sarebbe stato pericoloso per un insegnante voltarsi e salutare, ma fu immensamente peggiore quel silenzio compatto».

Dopodiché Colombo ha ripercorso il suo discorso in Parlamento al momento in cui illustrò la proposta di legge per l’istituzione del “Giorno della Memoria” il 27 gennaio.

«La ragione per cui ho voluto quella legge è, non tanto per una vuota celebrazione rituale che tanto sappiamo fare bene in Italia, ma per dedicare un giorno agli italiani, come a dire: Non dimenticate che lo abbiamo fatto noi, la Shoah è un delitto italiano. E’ avvenuto in Italia, strada per strada, casa per casa, scuola per scuola. Quando per la prima volta mi sono alzato per illustrare la legge in Parlamento ho detto «Su tutti i seggi in cui noi oggi sediamo, su ognuno di questi seggi qualcuno prima di noi ha votato le leggi razziali all’unanimità. Perciò vi chiedo di votare all’unanimità per un segno che serva solo a dire che abbiamo capito e che ci rendiamo conto che è stato un delitto italiano».

Furio Colombo ha poi guardato ad alcuni temi del presente italiano in cui egli ravvisa lo stesso principio discriminatorio usato allora: dal trattamento riservato ai Rom, alla situazione degli stranieri che sbarcano a Lampedusa, e mettendo in guardia i ragazzi sul fatto che il passato potrebbe ripetersi e bisogna prestare molta attenzione a non lasciare che questo avvenga.

Dopo l’intervento di Furio Colombo hanno preso la parola il sindaco e l’assessore Contessa per ringraziarlo e la cerimonia si è conclusa con la proiezione dei video vincitori del concorso.

Martedì 28 gennaio 2014