Viterbo | pepponi si dimette da presidente della fondazione

Caffeina chiude i battenti e forse per sempre

«Basterebbero 1000 nuovi soci per salvarla»

È una conferenza stampa amara quella dei vertici del festival culturale viterbese perchè, allo stato attuale e nonostante il successo innegabile, questa è la nona ed ultima edizione

di Sabrina Mechella

Si cerca di fare qualche battuta ma la situazione di Caffeina è in serio pericolo
Si cerca di fare qualche battuta ma la situazione di Caffeina è in serio pericolo

1000 nuovi soci che versano 100 euro l’anno per salvare Caffeina. Filippo Rossi, Andrea Baffo e Michele Pepponi stamani in conferenza stampa di chiusura della kermesse culturale viterbese non provano nemmeno a parlare del successo della manifestazione “che è innegabile e sotto gli occhi di tutti, sarebbe assurdo parlarne adesso, visto che allo stato attuale questa è l’ultima edizione”. Lo avevano annunciato il 25 giugno, giorno precedente della manifestazione e lo riaffermano oggi, a rassegna conclusa, con la stanchezza di aver percorso una maratona sfiancante, aggravata dall’incertezza sul futuro: «Le criticità rimangono le stesse – riafferma Baffo, direttore esecutivo – e a questo punto ci siamo dati una scadenza: se entro il 30 settembre non si trovano i fondi necessari per garantire una stabilità alla manifestazione Caffeina chiude qui. E le polemiche sulle entrate stanno a zero, il bilancio della Fondazione è online, i conti sono trasparenti».

«Da presidente della Fondazione credo sia giusto chiudere questo percorso – ha annunciato Pepponi – per cercare altre strade per far crescere Caffeina. Quando tre anni fa ho accettato questo incarico lo scopo era di far crescere la Fondazione, garantire gli stipendi e la sede, oltre che a renderla indipendente. Ma le casse sono all’asciutto e non si riescono a coprire i costi. Se invece di Unionprinting ci fosse stato Tods come main sponsor probabilmente avremmo risolto i nostri problemi, ma così non è. Ringrazio i viterbesi che hanno donato l’euro che avevamo chiesto in più ma certo la manifestazione non può vivere così. Mi dimetto quindi adesso come una persona che ha fatto un percorso e lascia il compito ad altri che riescano a reperire i fondi necessari».

«Il 30 settembre è una scadenza inderogabile, non è un ricatto – spiega Rossi, direttore artistico – perché se entro quella data non ci sono i soldi non si riesce materialmente a partire per il prossimo anno. E sospendere Caffeina per un anno vuol dire la sua fine per sempre. Il festival finora sembrava una cosa scontata, ma vi assicuro che non è così, la macchina è molto complessa. Caffeina è una grande occasione per Viterbo, è un’industria culturale, non si può fare alla “volemose bene” e soprattutto non si può fare senza un’adeguata promozione pubblicitaria nazionale. Perché sappiamo che comunque i viterbesi vengono a vedere Ozbetek, Corona, Mannoia o Vecchioni, ma se gli ospiti sono di questo livello bisogna farlo sapere anche oltre il territorio e per fare questo ci vogliono almeno 150 mila euro di budget, che coprano anche un adeguato ufficio stampa. Ci hanno accusato di aver fatto troppo, io dico che per noi è ancora troppo poco perché per noi Caffeina è un evento culturale che deve crescere sempre e ha senso solo se rimane a Viterbo, non ci interessa esportarlo. Fuori perderebbe la sua anima. Lavoreremo luglio e agosto per cercare nuove risorse, cercheremo nuovi partner tra i vari attori – società, banche, aziende, istituzioni, semplici cittadini - per cercare di stabilire quel tavolo tecnico che garantisce a Caffeina la sua continuazione. Questo è l’unico evento che ha pedonalizzato il centro storico per dieci giorni, è la più grande operazione di marketing territoriale, le strutture ricettive in questi giorni erano tutte piene».

Eppure basterebbe poco, sottolineano i tre vertici dell’evento: «Basterebbe che 1000 nuove persone diventassero soci sostenitori a 100 euro l’anno (o 2000 a 50 euro) per mettere in sicurezza questa partita. Cifre abbordabilissime, tra l’altro possiamo dire che tre nuovi soci non sono viterbesi. Bisogna domandarsi se ci piace una città senza Caffeina, a questo punto, perché stavolta se si spezza adesso non si torna mai più».

Che percentuale danno di successo a questa richiesta di aiuto estremo? Rossi è ottimista “un 80% che si riesca a salvarla”. Cauto Baffo, che si ferma a un salomonico 50%. Più pessimista Pepponi: «Questo è un territorio che non è mai riuscito a fare lobby, c’è sempre stata un’assoluta incapacità dei vari soggetti di guardare oltre, di costruire una cordata imprenditoriale. Caffeina è una realtà terza rispetto ai suoi organizzatori, non è Filippo Rossi.

Se i viterbesi capiscono che Caffeina è una cosa che appartiene alla città allora forse c’è speranza».

Lunedì 6 luglio 2015