di Sabrina Mechella
I cinesi bannano Viterbo. Usando un neologismo internettiano in pratica la Città dei Papi è stata esclusa dal circuito italiano che gli abitanti del paese più grande e ricco dell’Oriente visiteranno in occasione di Expo 2015, si parla di oltre un milione di persone. Ma perché? Facciamo un passo indietro. Stazione di Viterbo Porta Romana, venerdì mattina. Ad aspettare il treno diretto a Roma c’è Yan Wang presidentessa dell'associazione Culturale Sardegna Cina e fondatrice di Italy China Friendship Association (Icfa). Ad accompagnarla c’è Stefano Caporossi, proprietario di una struttura ricettiva viterbese. C’è un problema: il bar tabacchi della stazione quella mattina non ha i biglietti del treno. Yan è perplessa, Caporossi è furioso: «Che figura che facciamo, è veramente assurdo…».
Alla fine la signora riesce a farsi fare un ticket che sostituisce in qualche modo il biglietto e sale sul treno. Il percorso è lungo, per arrivare nella capitale ci vogliono quasi due ore. Lei è molto simpatica e loquace, ha voglia di parlare, anche perché il suo italiano è ottimo. Ex imprenditrice di successo di Pechino, un giorno ha deciso di chiudere le sue imprese per venire a Firenze per imparare l'italiano e iniziare la nuova carriera di promoter. Il discorso ovviamente cade su Viterbo, come mai è lì? «Sto girando tutta Italia per cercare quei luoghi caratteristici che possano visitare i cinesi in occasione dell’Expo del prossimo anno. In pratica creiamo dei pacchetti turistici di una settimana, quindici giorni o un mese intero durante i quali i miei connazionali hanno modo di vedere altre località oltre i classici circuiti che prevedono Roma, Firenze o Milano. Io giro, soggiorno, incontro i rappresentanti delle città, parlo con gli albergatori. Poi decido se quel luogo ha qualcosa da offrire o no. Noi cerchiamo posti accoglienti, che possano dare arte, cibo, divertimenti, natura, cultura, cordialità». Interessante. E di che numeri parliamo? E qui si arriva al vero nocciolo del discorso.
Yan Wang (al centro) il giorno dell'incontro a palazzo dei Priori per firmare il protocollo di intesa con Caprarola |
«Fino ad oggi un milione di cinesi hanno prenotato per venire qui in Italia il prossimo anno – spiega Yan -. Persone che sono interessate a spendere e anche a investire molti soldi. Sai, in Cina l’ambiente è stato compromesso e i miei connazionali sono attratti dai paesaggi, dal verde, ma anche dal buon cibo, dall’ospitalità, dalla bellezza e dai servizi». Bèh, se è per questo Viterbo ha un territorio circostante intatto, monumenti storici, arte: sicuramente sarà stata scelta come tappa di questo tour cinese.
Lei fa un sorriso educato, spallucce e spiega: «Ho incontrato il sindaco Michelini, molto gentile ma… Sono andata anche a visitare le strutture termali, ma l’accoglienza che ho ricevuto è stata fredda, direi disinteressata. Non ho trovato calore in questa città, i servizi sono scarsi e i collegamenti difficili: stamattina ho voluto prendere apposta il treno per verificare efficienza e puntualità e il giudizio non è buono. Invece ho trovato ottimi accordi con i sindaci di Caprarola e Bagnoregio: queste due cittadine, che ho trovato molto belle e accoglienti, saranno le tappe viterbesi del tour. I cinesi amano le terme e così li porteremo a Chianciano: ho testato la struttura, è molto attraente e il personale gentilissimo: non avevo il costume e me ne hanno subito dato uno». La signora Wang non vuole infierire sul giudizio ma la delusione ricevuta a Viterbo è evidente.
La presentazione di Italy China Friendship Association (Icfa) in Cina. In quell'occasione sono stati offerti prodotti sardi, compreso l'olio extravergine di Alghero |
In pratica i visitatori del tour della signora Wang sbarcheranno a Roma, poi passeranno nelle altre città viterbesi del Lazio – ma non a Viterbo - e in Umbria, con fermata a Perugia. La Toscana è la regione che visiteranno di più: tante tappe, nei borghi come Pienza o nei circuiti del Chianti, perché loro amano il buon vino. Insomma, Viterbo bocciata dall’esame rigoroso di Yan, promosse Bagnoregio e Caprarola. Un treno perso che ha un valore notevole, parliamo di un milione di persone che, in sei mesi, avrebbero mangiato, soggiornato, speso nella Città dei Papi. C’è da farsi un esame di coscienza generale, nessuno escluso. Yan è affascinata dall’Italia, l’ha girata in lungo e in largo, conosce bene i nostri pregi e i nostri difetti: «Non riuscite a fare squadra, siete troppo individualisti. Ognuno pensa che il suo paese sia il più bello, che offra le cose migliori e facendo questo tende e denigrare l’altro. Se invece voi foste capaci di fare squadra come noi sareste imbattibili, perché avete tutto».
Parole sante Yan, che boccia Viterbo ma promuove la Macchina di Santa Rosa: «Davvero bellissima, i miei connazionali sono rimasti a bocca aperta». Ma solo quella non basta per rendere una città attraente e competitiva col resto del mondo. E la bocciatura di Yan pesa come un macigno su Viterbo e i viterbesi.
Domenica 21 dicembre 2014
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