Dico Discount, la protesta dei dipendenti. «Valentina iscritta al sindacato e licenziata»

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Dico Discount, la protesta dei dipendenti
«Valentina iscritta al sindacato e licenziata»

«Dopo la comunicazione che l’apertura domenicale sarebbe stata da lì in poi permanente, è scattata la protesta congiunta di alcune lavoratrici intenzionate ad ottenere i loro diritti. Una di loro, senza preavviso, è stata mandata a casa»

Redazione Online

La protesta dei dipendenti del Dico Discount di Capranica Scalo
La protesta dei dipendenti del Dico Discount di Capranica Scalo

Lavorare sempre per non perdere il posto. È quello che denunciano i dipendenti del Dico Discount di Capranica Scalo nella nota seguente.

Ci sono luoghi in cui la crisi non perdona, aziende che chiudono per fallimento, situazioni tragiche che sempre di più sono comuni nel nostro Paese.
Ma quello a cui spesso passiamo sopra è il fatto che con la scusa della crisi vengono cancellate conquiste contrattuali e lavorative frutto di anni di lotte.
È quello che succede in questi tempi in tante aziende italiane, è ciò che è successo anche presso il Dico Discount di Capranica Scalo, con l’unica differenza che qui sembra che i diritti vengano calpestati da ben prima della crisi del 2008.
Fino a che i lavoratori dopo aver effettuato un tour de force ulteriore, data l’apertura domenicale delle feste natalizie, ne hanno avuto abbastanza e a gennaio 2015, dopo la comunicazione che l’apertura domenicale sarebbe stata da lì in poi permanente, è scattata la protesta congiunta di alcune lavoratrici intenzionate ad ottenere i loro diritti.
Richiedendo una normale turnazione lavorativa che avrebbe lasciato spazio alla loro vita privata hanno visto inasprire sempre più i loro rapporti con la direzione fino a che il 19 settembre scorso, senza preavviso, una dipendente con contratto a tempo indeterminato, la prima che aveva effettuato l’iscrizione al sindacato, è stata licenziata per “riduzione personale”.
Ringraziamo Valentina per il suo coraggio, grazie a lei abbiamo la possibilità di far conoscere ad altri parte della nostra storia.
Per chi come noi si rivede in questa situazione, per chi ha subito ingiustamente sfruttamento, pressione psicologica, per chi stringe i denti e continua a lavorare ogni giorno in un posto in cui si sente un numero: non fatevi calpestare, lottate per i vostri diritti perché se oggi in Italia “le cose vanno così” è anche grazie al fatto che in pochi alzano la testa.
E finché le teste alte saranno poche, per coloro che fanno solo i propri interessi, sarà possibile calpestarle.

Lunedì 5 ottobre 2015

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