Centri sociali Ancescao, una rete solidale punto di riferimento del nostro territorio

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Viterbo | i risultati diffusi il 20 maggio scorso

Centri sociali Ancescao, una rete solidale
punto di riferimento del nostro territorio

Osservazioni e risultati della ricerca "Benessere, Empowerment, Inclusione e Relazioni"

di Simona Mingolla

Un momento del convegno
Un momento del convegno

Grande partecipazione di pubblico nell'aula magna del dipartimento Disucom del Complesso universitario di Santa Maria in Gradi, il 20 maggio scorso per l'esposizione dei risultati della ricerca "Benessere, Empowerment, Inclusione e Relazioni", nata da una sinergia fra l’Ancescao provinciale di Viterbo, il dipartimento Disucom dell’Università degli Studi della Tuscia, i Comuni di Civita Castellana, Soriano nel Cimino e Tarquinia. L’Ancescao manifestava la necessità di conoscere le potenzialità ed i limiti dei centri sociali anziani affiliati, esplorare i bisogni dei propri iscritti al fine di migliorare l’offerta e potenziare l’utenza. I Comuni si ponevano l’obiettivo di indagare l’efficienza e l’efficacia dei servizi Comunali rivolti ai cittadini anziani e di esplorare servizi innovativi di possibile gradimento degli anziani. Si ricorda che L'Ancescao (Associazione nazionale centri sociali, comitati anziani e orti) è un’associazione democratica, apartitica, che non pone alcun tipo di discriminazione ed è senza finalità di lucro, riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell'Interno quale "Ente nazionale a finalità assistenziali". All’associazione aderiscono 1.328 Centri Sociali e Culturali per Anziani presenti in 19 Regioni e 73 Province per un totale di 392.000 soci. La sede provinciale di Viterbo è presente in 52 dei 60 Comuni della Provincia, gli iscritti sono 12.500 (circa un ultra 65enne su 5 è iscritto).

Giovanni Fiorentino
Giovanni Fiorentino

Dopo i saluti e l'introduzione di Giovanni Fiorentino, direttore scientifico della ricerca: «... Sono felice di questa esperienza - esordisce - che vede il nostro dipartimento universitario scendere in campo sul proprio territorio, per creare occasione di studio e conoscenza del suo capitale sociale attraverso una ricerca mirata proprio a dare spunti e riflessioni al fine di fornire nuove opportunità e servizi sulla base dell'ascolto diretto delle esigenze e delle opinioni dei suoi abitanti... Ognuno è portatore di una storia straordinaria che è parte della storia e della cultura di un territorio e con questa ricerca siamo riusciti a raccogliere tante testimonianze di vita, patrimonio culturale che sarebbe andato perso, ignorato e sulla base del quale noi, Università, possiamo fare dei percorsi di condivisione e di crescita con la comunità e con le istituzioni...». La ricerca è stata un fruttuoso incontro intergenerazionale fra giovani ricercatori ed intervistatori che con meraviglia si sono in più occasioni sentiti ribadire dai soci dei centri Ancescao: "... anziani? Ma di che stiamo parlando? Gli anziani sono gli altri non noi che viviamo questa esperienza sociale che ci riempie la quotidianità! !".

Gianframco Lamperini
Gianframco Lamperini

Il vice presidente nazionale Ancescao, Gianfranco Lamperini, ha ringraziato «Per aver confortato con una serie di notizie scientifiche opinioni che noi supponevamo fossero a corollario del nostro operato quotidiano e questo incrementa la nostra forza e voglia di continuare il percorso intrapreso. Questa associazione nasceva 30 anni per soddisfare il bisogno di aggregazione e socializzazione di chi (i cosiddetti "anziani") dopo una vita di lavoro e sacrifici aveva bisogno di spazi per coltivare quelle relazioni, quegli hobby, vivere quei momenti ludici e di svago che nella fase lavorativa non erano potuti essere coltivati. Nel tempo le esigenze sono mutate e i nostri soci pure! Per cui ci siamo accorti che quel tipo di offerta andava ripensata dando anche risposte a dei bisogni primari (mutuo aiuto, servizi base di prevenzione per la salute) cui le amministrazioni locali non riescono più a sopperire. Per cui il centro sociale con l'intento di rispondere a queste carenze, si struttura per dare anche questo tipo di offerta (in molti territoir, per esempio, i è stato creato un servizio di accompagnamento alle visite mediche, di misurazione della pressione...). Anche sul piano culturale, crescendo il livello di scolarizzazione dei nostri iscritti, abbiamo inserito nuove proposte ricreative... In tale ottica, questa ricerca, e ed altre che abbiamo avviato in passato in altre provincie, integrano la nostra costante ricerca di trovare il modo per essere sempre più rispondenti ai bisogni di chi fa parte dei centri perchè ci rendiamo conto di non avere costantemente le giuste risposte per i crescenti bisogni di una società in evoluzione... e questo mantenendo la nostra storia e il nostro percorso che ci ha già visto fornire in questi anni risposte importanti e significative... , ma per renderle sempre più attuali occorre l'apporto di realtà come l'università che con la corretta metodologia di raccolta dati, analisi e sintesi può dare una visione reale ed oggettiva del dove siamo e verso dove dobbiamo andare... Oggi sempre più l'unica risposta di welfare possibile e sufficientemente esaustiva è quella che vede le intelligenze e le soggettività di ognuno a confronto, collaborando e costruendo insieme risposte comuni che, altrimenti, non saranno mai all'altezza dei bisogni e in linea con i tempi».

Arnaldo Picchietto
Arnaldo Picchietto

Il presidente Ancescao della Provincia di Viterbo Arnaldo Picchetto ha espresso il suo orgoglio di far parte di questa associazione, la sua soddisfazione di aver collaborato con l'Università e dei risultati emersi dalla ricerca. «Sapere che le persone che frequentano i centri sono più motivate ed hanno più fiducia nella vita non solo è bello, ma ci dà lo stimolo per continuare in questa nostra attività di volontariato. Questa ricerca sarà uno strumento utile anche ai comuni di riferimento perchè ha offerto uno spaccato delle potenzialità, delle risorse, delle esigenze di parte della sua popolazione e dell'importanza del nostro servizio nei paesi dove operiamo e per ciò chiediamo un po' più di rispetto, di considerazione e di appoggio concreto visto che, in fondo, non graviamo sui Comuni di appartenenza. Il lavoro di fatto è svolto da uomini e donne capaci e "di buona volontà", che gratuitamente mettono a disposizione il loro tempo e le loro competenze. Gli anziani dei nostri centri stanno meglio di quelli che non partecipano a questa realtà e questo è una grande valore aggiunto alla comunità di appartenenza non solo dal punto di vista morale, ma anche economico: se le persone stanno bene psico - emotivamente, sono più soddisfatte e hanno meno probabilità di ammalarsi o, se stanno poco bene, migliorano, e forse questo non va ad abbassare la spesa sanitaria pubblica?»

Ancescao, l'intervento dell'onorevole Alessandro Mazzoli
Ancescao, l'intervento dell'onorevole Alessandro Mazzoli

L’onorevole Alessandro Mazzoli, sostenitore ed osservatore da sempre dello sviluppo di questa realtà associativa, interviene ribadendo: «La realtà Ancescao è veramente importante per la Tuscia e i risultati di questa ricerca lo dimostrano ampiamente. Credo che questo lavoro costituisca un contributo prezioso sia per la conoscenza dell'associazione, sia per quella del nostro territorio. Inoltre, la collaborazione fra Ancescao e L'Università della Tuscia conferma la fortuna che la nostra comunità ha di potersi rivolgere ad una struttura accademica che affonda le sue radici sul territorio e che può offrire servizi utili e sinergie per pianificare interventi consoni alle esigenze della nostra comunità. Lo studio mostra che l' Ancescao è una rete fatta di persone umili, attive e competenti che esiste, funziona e costituisce punto di riferimento essenziale nella nostra provincia costituita da tutta una serie di piccoli comuni, dove la presenza dei centri anziani è oggettivamente un punto di forza e di riferimento tanto per le persone quanto per le istituzioni. Oggi, in un momento di vuoto sociale e pubblico, più che mai occorrono reti vere e funzionanti: Ancescao è una di queste. Le reti sono un fronte sul quale bisogna investire poiché sono quelle che tengono unito, ottimizzando costi e benefici, un territorio dando risposte concrete nell'ottica di limitare gli sprechi e non i servizi che, al contrario, devono essere capillarmente più presenti ed efficienti».

Tony Urbani
Tony Urbani

I dati della ricerca sono stati presentati dai Tony Urbani e Valentino Piana. I dati quali-quantitativi dimostrano fra le altre cose come i centri possono ridurre ed ottimizzare la spesa sociale e questo legato anche ai risultati emersi dall'analisi dei dati relativi al benessere soggettivo non più riferito (e questo in linea con le attuali "tendenze di pensiero") al Pil spesso utilizzato come indicatore di benessere capace di orientare politiche efficaci per tutti, ma alla felicità. Infatti, essa è uscita da connotazioni esclusivamente dialettiche e teoriche per diventare oggetto legittimo di indagini su larga scala e su panel mantenuti nel tempo poiché dimensione soggettiva reale per comprendere come "si sentono" le persone. La ricerca ha analizzato tali risposte in un modo innovativo. Dalla ricerca emerge che il target intervistato ha un livello di felicità assolutamente superiore di tutte quelle fasce d'età dove solitamente questo valore è risultato alto. Laddove abbiamo rilevato anche uno stato di soddisfazione relativamente ai servizi e al funzionamento del centro, anche il livello di felicità registrato cresceva. La caduta di felicità che deriva dall'essere vedovo/a è inferiore alle medie nazionali registrate in altre ricerche di ben il 27%.

Valentino Piana
Valentino Piana

Per quanto riguarda i servizi più richiesti, prevalgono l’assistenza sanitaria e domiciliare (42,5%), seguiti a larga distanza dal supporto economico e sociale (22,9%) e dai trasporti pubblici (22,6%). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la richiesta di assistenza sanitaria e domiciliare non parte tanto da chi ha già problemi di salute (una larga maggioranza gode oggi di buona o ottima salute), ma da chi si preoccupa di avere problemi in futuro. È risaputo che la medicina preventiva è la forma più efficace di riduzione della spesa sanitaria. L’Ancescao si trova ancor prima della prevenzione: coglie le persone che hanno solo “paura” e sono pronte ad intraprendere un percorso di stile di vita e di socialità che, se accompagnato in modo specifico, può produrre salute.

I servizi per i quali gli iscritti Ancescao dimostrano un interesse personale diretto sono: il trasporto per visite mediche (50%), il trasporto di medicinali (37%), la consegna della spesa (28%).

Altro dato importante è che gli intervistati non sono soltanto possibili fruitori di servizi poiché il 28 % degli iscritti è disponibile ad aiutare; a questi si aggiunge un ulteriore 37% che lo sarebbe a seconda dei servizi da svolgere (soprattutto se legati ad esperienze che ha fatto in passato). I risultati della partecipazione ad Ancescao si vedono non solo nelle somme e in aggregato, ma anche perché l’associazione è uno straordinario ri-equilibratore di chance di vita, in cui i livelli di diseguaglianza e ingiustizia che caratterizzano il nostro paese decrescono. Questo è ben evidenziato in una relazione, molto pesante in Italia, tra livelli di istruzione e salute: chi ha fatto solo le elementari vive meno e peggio (con meno salute), di chi ha fatto le superiori e ancor più l’università. Tra gli iscritti Ancescao questo effetto viene molto appiattito: chi ha fatto solo le elementari ha un giovamento molto forte dalla partecipazione all’associazione.

 In conclusione, la ricerca evidenzia, con dati quantitativi, che le reti associative come l’Ancescao, rispondono alle sfide dei nuovi welfare per cui una strategia di investimento sulle reti sociali, anche unita a criteri di selezione, monitoraggio e valutazione ex-post, potrebbe consentire di ottenere in modo efficace una maggiore qualità della vita (oggettiva e soggettiva). Il rafforzamento dei rapporti tra le diverse istituzioni ed associazioni del territorio che convergono sulle fasce d’età abbracciate dall’associazione porterebbe, anche in tempi rapidi, ad un'implementazione di qualità dei servizi offerti e significative economie territoriali (sia di scala che di scopo). Infine, la ricerca rileva che in Ancescao, per quanto sia un caso d'eccellenza, andrebbero rafforzati i rapporti tra i vari Centri, supportando la diffusione di buone pratiche, pacchetti di servizi eccellenti, cultura e riconoscibilità della leadership.

Simona Fallocco
Simona Fallocco

Conclude Simona Fallocco: «Di fronte ad una società dell'incertezza come quella attuale, il centro sociale Ancescao fa la sua parte nel restituire ad una componente importante delle nostre comunità sicurezza, autostima e felicità per cui gli effetti di ricaduta non sono importanti solo per chi frequenta i centri, ma per la collettività tutta non solo dal punto di vista economico, per un risparmio di risorse, ma più in generale per la pacifica convivenza sociale che deriva da quel benessere psico-fisico che da quel gruppo si riflette e propaga nella comunità di appartenenza».

Venerdì 23 maggio 2014

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